VALENTINA NINFA FURLANI
Facilitatrice in percorsi di crescita interiore

C'è una voce interiore che ci parla e che non è dettata dall'Ego ma è la voce del Sè ed è quella che unisce corpo e anima.
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Se stiamo attenti, se stiamo in silenzio senza scappare, senza rifugiare nella fretta isterica di trovare altro da fare, possiamo riconoscere, dentro di noi, due oratori che si esprimono attraverso il pensiero.
Il primo è costantemente incline nel ripetere parole nella testa che confermano il pensiero ridondante, la convinzione ad un concetto, ad un'idea, ad un'opinione, ad un giudizio che abbiamo di noi stessi e nei confronti degli altri e che conserviamo e difendiamo a tutti i costi; è la forma mentis ossessiva che attraverso tutto ciò che abbiamo esperito insiste nel non farci uscire da quella famosa zona di comfort dietro la quale si cela la paura, l'ostinazione nel non voler credere e/o vedere qualcosa di completamente diverso a cui siamo abituati o formati.
Scoprire nuove realtà e visioni comporta l'ammissione di comportamenti e scelte che per una vita intera o per fedeltà familiare si è conservato, in fondo, soffrendo e trattenendo sentori per pura comodità e apparente vantaggio.
Tutto ciò comporta l'allinearsi a modelli e/o ideologie che da un lato rafforzano il proprio spirito di controllo ma dall'altro la visione e l'immagine che si creano inducono, nel quotidiano, all'autosabotaggio di una crescita relazionale, di sviluppo e di successo personale.
Potrei continuare a scrivere tanto sulla vocina dell'Ego, quel pensiero di orgoglioso autocompiacimento che ci fa sentire apparentemente sicuri e molto deboli allo stesso tempo, rafforzando frasi e atteggiamenti di commiserazione e arroganza per farci rimanere "nel giusto posto" a costo di metterci contro qualcosa e qualcuno impedendo la sinergia comunicativa o l'umile incontro verso l' altro... ma mi voglio soffermare nel ricordo di quel giorno in cui mi sono trovata a meditare insieme ad un Monaco Buddista Vipassana (che significa "guardare dentro", "vedere chiaramente") per esprimere nel modo più semplice e concreto la differenza tra l'oratore sostenitore dei nostri stessi freni e il secondo: la voce del Sè.
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Il Monaco era di fronte a me ad una certa distanza nella quale era il silenzio a definire lo spazio ed il tempo, eravamo solamente noi due e quel giorno non si era presentato nessuno a fare pratica di meditazione; mentre il caos fuori di una Bangkok troppo impegnata alla disattenzione e distrazione proseguiva il suo andare, lui sciolse la pratica e mi disse:
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"La riconosci quella voce che ti parla, quella che sa, quella che ti indica ciò che senti?"
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ed io risposi: " Sì la riconosco"
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e il Monaco: " Tu sai cosa ti dice, qual'è la risposta.."
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ed io : " Sì "
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e lui: "Noi esseri umani non ascoltiamo quella voce e la sostituiamo con quella dell'Ego e ci prendiamo quotidianamente in giro facendo finta di niente".
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Laddove c'è ascolto verso la voce del Sè si apre la responsabilità al vero cambiamento a cui si accompagna il rispetto del proprio corpo e l'apertura verso esperienze di senso libere ed è proprio grazie a questo movimento interiore che possiamo esprimere al meglio ciò che l'Anima, Spirito o Forza Superiore spinge attraverso gli innumerevoli eventi della Vita per essere vista e percepita davvero.
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